Caterham 7

Project Seven

La Met 7 di Dick Sequerra è indiscutibilmente una delle pietre miliari dei minidiffusori. Concettualmente è il contrario delle LS3/5a , e le sta come Mr. Hyde al Dr. Jekyl.

Dick Sequerra , noto per i suoi tuner Marantz 10 e Sequerra Model 1 , alla fine degli anni ’70 inizia la sua avventura elettroacustica , fondando la Pyramid Loudspeaker Co. Il primo modello è il Metronome One ( i nomi  Pyramid e Metronome fanno riferimento alla forma piramidale e/o di un metronomo  dei primi modelli ) , un 4 vie con woofer da 15” , un mid-basso da 6.5” , un mid-alto da 4.5” ed un tweeter a cono da 2” , il tutto alto 90 cm , con una base 65X39 cm . Il secondo modello , del 1977 , è il Two + 2W , una piramide “azteca” con un modulo inferiore ( 2W , 70X43X63 cm ) con un woofer da 12” ed una piramide superiore 3 vie , volendo indipendente ( Model Two : woofer 8” , midrange 4.5” e tweeter a cono da 2”, 31X20X45 cm  ). Il Model Two + 2W viene completato dal favoloso tweeter a nastro T1 nel ’78 , un tweeter talmente speciale da sostituire il Decca Ribbon negli ultimi sistemi HQD di Mark Levinson , facendolo diventare HQS. Il T1 essendo molto costoso , Dick sviluppo il tweeter a nastro HF1 per rispondere alla richiesta di molti audiofili , uno dei sistemi  molto popolari dell’epoca era il sistema HF1 + Dahlquist DQ10 + subwoofer Janis.

Di fatto , il cabinet dell’HF1 è “l’ovulo” dal quale nasce la Met 7……Infatti Dick Sequerra , riciclo il cabinet di questo tweeter a nastro , per creare un diffusore economico , il Met 7 ( woofer da 5” ed il solito tweeter da 2” ) , che sorpasso di gran lunga in fama i precedenti modelli della Pyramid . Dal Met 7 deriva il sistema modulare  “Futuresonics” che completa in basso ed in alto la Met 7 con il subwoofer  Met 8W ( woofer da 12”  ) ed i supertweeter Met 9 ( doppio nastro anteriore/posteriore ) o HF1. Il sistema Futuresonics , nella sua versione fine anni ’70 delizio molti audiofili anche in Italia , ed il Met 7 di quell’epoca , usato da solo , ha qualità ben al di sopra del suo prezzo e chi ne possiede una coppia , raramente se ne separa…..

All’”epoca d’oro” seguono tempi quasi sempre bui nella storia successiva della Met 7 .  Il Met 7 MkII , woofer da 6.5” e tweeter da 2”  “incavernato” , non ha mai veramente convinto gli amanti della “vera” Met 7 .  In maniera analoga il Futuresonics MkII era discutibile ( woofer Met 8 MkII , tweeter a nastro orizzontale Met 9 MkII e”  line source “ Met 10 ) .
Alle critiche Dick rispose  con il  “Signature Model One System” , un Futuresonics da 28000 Dollari . Il modulo midrange ( = Met 7 MkII  ) perde la caverna intorno al tweeter ed acquista un cabinet in Corian , il modulo tweeter ridiventa un T1 + Met10-4 etc….Ovviamente , un tale sistema non era alla portata di tutti e ne fu derivato il nearfield monitor NFM-1 ( il modulo centrale del Signature Model One , ma con un cabinet in MDF invece del costosissimo Corian ) da 1500 Dollari.
Con il modello 7.7 MkI rinasce fugacemente una Met 7 “comme-il-faut” , woofer da 5” e dimensione da “vera” Met 7 , questa è forse la migliore Met 7 mai fatta , rarissima e molto poco costosa ( 800 USD )  . Seguono le versioni MkII ed MkIII sempre con un woofer da 5” , che sono anch’esse  “comme-il-faut” , ma queste versioni ulteriori sono imposte da problemi di fornitura dei woofer da 5” della 7.7 MkI , piuttosto che da reali migliorie . 
Sfortunatamente con la 7.7 MkIV ritorniamo ad un woofer da 6.5” ed a dimensioni più importanti e di fatto possiamo parlare  piuttosto di una NFM-1 riattualizzata, idem per il Met 7.7MkV…..
La Metronome 20 apre un nuovo capitolo a parte , e segna il ritorno alla forma piramidale pre-Met 7  ad un prezzo molto meno popolare ( 5000 USD ).

Cosa rende la Met 7 un oggetto così particolare ?
La filosofia elettroacustica di Sequerra mette l’enfasi sul corretto comportamento temporale dei suoi diffusori , con molta attenzioni ai fenomeni di diffrazione ( da qui la forma piramidale delle origini ).
Nel caso della Met 7 , il frontale è limitato alle dimensioni che permettono l’ingombro letteralmente “al pelo”  del woofer da 5” e del tweeter da 2” , con un rifasamento “a gradino” del woofer. Queste dimensioni veramente minime di 13.5X19.5X23 cm rendono immediato l’innamoramento…..
Il filtraggio e rigorosamente del primo ordine “minimum fase” , per rispettare al massimo la forma d’onda del segnale musicale.
E da notare che Sequerra usa esclusivamente tweeter a cono ( a parte ovviamente i nastri ) , sostenendone la superiorità relativamente ai classici “dome”.  E molto difficile dargli torto ,  visti i vantaggi in termine di controllo della dispersione in funzione della diffrazione grazie al  comportamento tipico dei coni che concentrano la radiazione , a mano-a-mano che aumenta la frequenza , nel centro del cono , invece  che nella periferia ( i coni si distinguono per una ridottissima fatica d’ascolto ) .

La Caterham Acoustics Seven riprende pedissequamente gli ingredienti della Met 7 originale con unicamente  una attualizzazione della componentistica ( i driver sono discendenti diretti di quelli delle origini ) con lievi migliorie nella qualità del cablaggio e dei condensatori . Il cabinet è in MDF invece dell’economicissimo truciolare delle origini , finito in Vesmaflex antigraffio . Il sistema dei led segnalatori di potenza è stato eliminato per ragioni sonore  . E un prodotto assolutamente no-compromise , malgrado il basso prezzo . E un prodotto no-marketing ( un tweeter a cono nel 21° secolo ? ) ed anche no-design ( piccola si , ma bella ? ) . Come una Caterham Seven automobilistica , ha un solo obiettivo , dare piacere d’ascolto “ da corsa “ , come il piacere di guida della sua omonima  .

La Caterham Acoustics Seven farà dare il massimo ai piccoli integrati audiofile non costosi , come nessun altro diffusore nella sua fascia di prezzo , gestendo con grazia le colorazione ed i limiti di tali elettroniche . Non esistono limiti verso l’alto ne a transistor , ne a valvole ( salvo una attenzione a non avere potenze eccessive ) . Ovviamente si può completare con un supertweeter ed un subwoofer “ad-hoc” .